Al senso di meraviglia che provava Tullio Regge osservando il profondo senso geometrico delle strutture da lui studiate, è dedicata la mostra L’infinita curiosità, una piccola ma davvero unica esposizione che celebra la parte più onirica e creativa del genio di Borgo D’Ale.
La mostra, promossa nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte con il sostegno della Compagnia di San Paolo e curata da Vincenzo Barone e da Piero Bianucci, propone, con un allestimento coinvolgente, un viaggio ideale nell’universo accompagnando i visitatori dall’immensamente grande all’estremamente piccolo e alla scoperta delle meraviglie della fisica contemporanea.
Dalle onde gravitazionali ai buchi neri, dalla relatività ai quanti, dalle particelle elementari ai nanosistemi, l’esposizione ha come fil rouge l’inesauribile curiosità dello scienziato Regge, un universo coinvolgente che propone ai visitatori ambienti immersivi, installazioni, video, esibizioni interattive, strumenti scientifici e documenti storici, tra i quali ricordiamo alcuni preziosi carteggi autografi einsteiniani.
La mostra, ospitata nei rinnovati spazi dell’Accademia delle Scienze di Torino, offre un ricco programma di eventi collaterali che prevede incontri con grandi scienziati e divulgatori, incroci e contaminazioni tra arti figurative, teatro e cinema, oltre a visite guidate per i più piccoli appassionati nei laboratori didattici dello spazio Xké? – il laboratorio delle curiosità di via Gaudenzio Ferrari, poco distante dalla Mole Antonelliana.
La mostra è strutturata in sei sezioni.
All’ingresso il visitatore è accolto da un’installazione in legno che rappresenta la scala cosmica, 62 blocchi corrispondenti ai 62 ordini di grandezza dell’universo conosciuto; lungo il percorso il visitatore si muoverà idealmente su e giù per questa scala, confrontandosi con le dimensioni delle cose, dai quark alle galassie.
Dai messaggeri del cosmo alla sezione che unisce spazio-tempo-relatività, dalla parte dedicata al grande salto verso l’estremamente piccolo della meccanica quantistica fino alla visione del tutto e quindi dell’immensamente grande, passando in quella che possiamo definire il microcosmo appena sotto il nostro sguardo, il viaggio nell’infinita curiosità di Tullio Regge termina con l’ultima parte, quella del ritorno a casa, in cui si pone l’accento sul ruolo dei fisici e degli scienziati nello spazio pubblico, al loro impegno sociale e culturale come uomini del loro tempo.
Di questo interessante progetto espositivo, a disposizione del pubblico fino al 18 marzo prossimo, ne abbiamo parlato con Paola Sabbione della Compagnia di San Paolo.
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A Café Bleu abbiamo avuto il piacere di scoprire il lato più intimo e artistico di Tullio Regge anche grazie al racconto della figlia dello scienziato, Marta, che ha condiviso con gli ascoltatori e le ascoltatrici di Radio Beckwith il ricordo di un uomo curioso e desideroso di quel senso della meraviglia che l’ha portato a esplorare il mondo (o l’universo?) della matematica e dell’arte.
“Meravigliarsi di tutto sia il primo passo verso la scoperta”, diceva Pasteur. Tullio Regge ha unito questi due mondi così apparentemente distanti, l’arte e la fisica, grazie alla ricerca della meraviglia e alla sua infinita curiosità della quale potremo vedere un piacevole omaggio nella mostra dell’Accademia delle Scienze di Torino.
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