La Commissione europea ha sollecitato un consolidamento dei passi avanti fatti sulla riforma comune del diritto d’asilo prima del voto per le elezioni europee, facendo pressione per l’adozione di almeno cinque delle sette proposte del pacchetto di innovazione. Al momento il regolamento di Dublino ha portato ad uno stallo e il rischio è che anni di lavori vengano vanificati.
Scorporare quella del Regolamento di Dublino dal resto delle riforme sul diritto d’asilo potrebbe rappresentare una resa ai nazionalismi. La Commissione europea non ha però difeso la sua posizione nel dialogo con il Consiglio d’Europa, e quando il Parlamento ha approvato la proposta di riforma non ha saputo creare un asse solido contro gli egoismi nazionali.
A un anno dalla votazione nel Parlamento europeo pare che ancora nulla si muova in direzione dei mutamenti auspicati: in molti parlano di una necessità di apportare cambiamenti al Regolamento di Dublino, eppure, ad oggi, tutto pare bloccato. Eppure, a pochi mesi di distanza dalle elezioni europee, si ha l’impressione che il tema delle migrazioni avrà un ruolo determinante nel dibattito politico e nelle campagne elettorali, e rappresenta un argomento su cui molti partiti potrebbero fare leva. L’Unione Europea al momento rischia di lanciare un messaggio di debolezza nei confronti dei nazionalismi, mostrandosi arrendevole sulle questioni dell’accoglienza e dell’integrazione, principi che dovrebbero essere invece fondamentali per l’Unione.
Ne parla Elly Schlein, eurodeputata di Possibile.