Spesso, parlando di rotte migratorie, si cita solo quella che attraversa il Mediterraneo, ma ce n’è un’altra molto percorsa. Dopo l’intesa tra Unione Europea e Turchia la rotta balcanica era stata dichiarata chiusa, mentre in realtà continua a produrre effetti negativi e drammatici.
Il flusso di persone lungo questa rotta non solo non si è interrotto ma si è intensificato negli ultimi anni, soprattutto perché l’attraversamento del Mediterraneo è considerato troppo pericoloso.
Il confine tra Bosnia e Croazia è uno dei punti più critici di questo percorso verso l’Europa occidentale, così come i diversi campi di accoglienza sul territorio.
Ne parla Chiara Milan, ricercatrice presso il South-Eastern Studies Center dell’Università di Graz.