Nei giorni scorsi è stata pubblicata la prima indagine Istat sulla violenza sulle donne, con lo scopo di scattare un’istantanea sul lavoro dei Centri antiviolenza e sulla situazione delle vittime.
Ciò che emerge è la mancanza di capillarità dei Centri: questa disomogeneità fa sì che l’accesso ai diritti da parte delle donne dipenda dalla loro regione di provenienza.
Si sottolinea poi il problema dei finanziamenti, che si traduce in lavoro volontario da parte di operatori altamente specializzati.
Ne parla Mariangela Zanni, Responsabile Ufficio Comunicazione e Progettazione, Centro Veneto Progetti Donna di Padova.