Intervista a Francesco Vignarca

Nel dicembre del 2018 sembrava che si fosse vicini a un’intesa per disarmare lo Yemen. Eppure, gli accordi presi a Stoccolma non hanno avuto il futuro che ci si attendeva. Lo Yemen è rimasto un Paese altamente armato e militarizzato, con una fornitura di armi che non si è mai realmente interrotta.

Un’iniziativa promossa dalla yemenita Mwatana e da molte associazioni internazionali, tra cui la Rete Italiana per il Disarmo, ha portato alla presentazione di un esposto alla Corte penale internazionale dell’Aja. Già molte organizzazioni avevano iniziato azioni legali nei loro Paesi di origine per rendere illegali le forniture di armi alla coalizione saudita. Molte parti coinvolte nel conflitto avrebbero inoltre violato i diritti umani e commesso crimini di guerra.

L’azione legale non riguarda soltanto gli Stati coinvolti direttamente nel conflitto, ma anche le aziende produttrici di armi e i soggetti legati al loro export.

Per quanto riguarda invece la risoluzione della guerra in Yemen, al momento pare difficile prevedere se e in che modo potrà avvenire. Un forte impegno di pressione politica da parte della comunità internazionale potrebbe indirizzare verso una soluzione pacifica del conflitto.

Ne parla Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Italiana per il Disarmo.

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