Intervista a Cosimo Caridi
La situazione in Siria continua a precipitare. Un milione di persone si era avvicinato nelle scorse settimane al confine con la Turchia per sfuggire al conflitto. Il 2 marzo il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato l’apertura dei suoi confini e insieme la possibilità per i profughi di avvicinarsi all’Europa.
In questo momento una delle maggiori zone di pressione è l’isola egea di Lesbo. Dopo l’approdo di migliaia di persone sulle sue coste, l’esercito greco ha dato il via a una serie di esercitazioni militari con armi vere come deterrente verso nuovi tentativi di sbarco. Si sono poi verificati diversi scontri tra gli isolani e le ONG che operano a Lesbo: sono stati istituiti dei checkpoint intorno al campo profughi di Moria per bloccare chiunque non sia residente sull’isola. La polizia greca, dopo aver tentato invano di aprire un nuovo campo profughi, resta a guardare.
La città principale dell’isola di Lesbo, Mitilene, ha 20.000 abitanti, lo stesso numero di persone ospitate nel campo di Moria. Da parte del governo greco è evidente l’incapacità di trovare una soluzione politica e questa situazione, ma anche l’Unione Europea in questo momento non sembra avere la capacità diplomatica per arrivare a soluzioni a lungo termine.
Ne parla Cosimo Caridi, giornalista indipendente.