Intervista a Isabella Chiari
Nella Turchia meridionale alcune città sono luoghi storici di passaggio e di frizione. Centri come Gaziantep e Kilis sono cruciali per lo spostamento verso nord delle persone che provengono dalla Siria.
Con il perdurare del conflitto siriano, la presenza di profughi in questa regione è andata aumentando di anno in anno. Alcune stime raccontano di più di un milione di persone a sud del confine in attesa di entrare in Turchia.
Se però resta vero che non ci sono state, ad ora, grandi ondate migratorie attraverso questa frontiera, la popolazione turca fa pressioni sulle sue istituzioni contro un’eventuale ipotesi di apertura ulteriore ai profughi. Dall’altra parte, la popolazione siriana in Turchia vive in un senso costante di incertezza.
Associazioni come Amal for Education Onlus si occupano proprio di questo complesso scenario, tentando di mettere in pratica un approccio a lungo termine. Lavorare sull’educazione e sull’ingresso nel mondo del lavoro può consentire ai cittadini siriani di partecipare attivamente alla vita del Paese ospite e di non sentirsi costretti ad affidarsi all’aiuto esterno.
Ne parla Isabella Chiari, fondatrice di Amal for Education Onlus e docente di Linguistica generale all’Università La Sapienza di Roma.