Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo
Nell’ambito degli sforzi per far rispettare l’embargo delle Nazioni Unite sulle armi in Libia, il 31 marzo l’Unione Europea ha annunciato l’avvio dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI, che sostituisce la missione Sophia.
Lo scopo di EUNAVFOR MED IRINI è di favorire il processo di pace in Libia, ma non è chiaro se potrà davvero svolgere il suo ruolo. Sembra ancora mancare una forte iniziativa politica a livello internazionale.
La missione sarà in grado di effettuare ispezioni sulle navi in alto mare al largo delle coste libiche sospettate di trasportare armi o materiale correlato da e verso la Libia. Ma una nota della Farnesina specifica che l’operazione “non prevede porti di sbarco in Italia in caso di salvataggi in mare”. Sembra allora continuare, al di là degli intenti della nuova operazione europea, un approccio repressivo alla gestione della rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Lo stesso criterio che ha portato a una serie di limitazioni e iniziative giudiziarie contro le organizzazioni non governative che lavoravano per il salvataggio delle persone migranti in mare.
Questo approccio ha alimentato nell’opinione pubblica quell’idea delle ong come “taxi del mare”, sebbene sia stato dimostrato come non costituiscano in alcun modo un pull factor. Eppure, come sottolinea un articolo sul sito dell’Associazione Diritti e Frontiere, Frontex «continua a scambiare operazioni di soccorso in mare per attività di favoreggiamento dell’immigrazione “clandestina”».
Rimane ancora un interrogativo aperto: che volto avrà l’Europa, una volta conclusa l’emergenza per il coronavirus? I Paesi saranno più uniti o prevarranno ideali di chiusura e nazionalismo?
Ne parla Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato, collaboratore della Clinica legale per i diritti umani dell’Università Palermo all’interno del dipartimento di Giurisprudenza, componente dell’Associazione Diritti e Frontiere.