Intervista a Simone Zoppellaro
Venerdì 9 ottobre, dopo quasi dieci ore di negoziazioni, si era giunti ad un accordo per il cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian nel conflitto in Nagorno-Karabakh. La tregua necessaria per recuperare i caduti ed effettuare scambi di prigionieri in realtà non si è mai avviata, ma ci sono stati continui attacchi e uccisioni di civili. Le bombe hanno continuato a cadere su Stepanakert e Ganja.
Armenia e Azerbaigian non sembrano aver intenzione di fare passi indietro, sebbene la prima abbia avviato un parziale ritiro delle truppe al fronte: l’impegno di personale richiesto non è sostenibile dal punto di vista demografico dal Paese.
Con un’Europa che al momento non prende posizioni forti per giungere alla fine del conflitto in tempi rapidi, ad essere più colpita è la popolazione civile. Moltissimi profughi stanno lasciando il Nagorno-Karabakh, e nelle città sotto attacco mancano cibo, elettricità e cure.
Ne parla Simone Zoppellaro, giornalista, conduttore di Kiosk.