In più di un’occasione ci si chiede se siamo di fronte, non solo in Italia, a una nuova “stagione d’oro” del razzismo. Un tentativo di dare una risposta a questo quesito è arrivata dalla recente pubblicazione del libro Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online, che narra di una ricerca su diversi casi, specialmente online, e si propone una classificazione e una categorizzazione. Lo scopo è cercare di comprendere la natura dei razzismi di fronte a cui ci si trova.
In generale, accanto a quello che può essere considerato un razzismo più “classico”, ovvero quello portato avanti da chi sostiene una determinata ideologia, si trova un razzismo di provocazione. La pretesa è di non essere presi sul serio, ma proprio questa superficialità porta allo sdoganamento del discorso razzista.
Questo discorso porta a un ragionamento intorno al concetto di libertà, in particolare quella di espressione. Da un lato c’è chi punta ad una libertà da ogni tipo di vincolo, dall’altra chi sceglie liberamente di aderire a determinati vincoli per consentire relazioni interculturali e interpersonali.
Ne parla Stefano Pasta, giornalista, ricercatore in pedagogia presso il Centro di Ricerca sull’Educazione ai media dell’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e autore di Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online.