Dall’11 al 21 marzo il gruppo di esperte del consiglio d’Europa in tema di violenza contro le donne visiteranno l’Italia per monitorare le misure che prendiamo per contrastare e prevenire la violenza di genere. In previsione di questa visita la rete D.i.Re., Donne in Rete Contro la Violenza, ha presentato martedì 26 febbraio un dossier sull’applicazione della Convenzione di Istanbul, ratificata nel 2013 dall’Italia.
La Convenzione doveva fornire strumenti efficaci per contrastare la violenza di genere: con i suoi moltissimi articoli rappresenta un quadro organico di norme per prevenire o per proporre soluzioni dal punto di vista sociale.
Al momento però non sono previsti fondi per l’attuazione, e le ragioni, ameno per quanto riguarda l’Italia, sono forse da ricercare nella criticità di una cultura fortemente sessista veicolata da media, da politici e talvolta persino dalle scuole. Da un punto di vista formale le leggi presenti ora in Italia potrebbero essere delle buone norme, ma non sono applicate come dovrebbero: non esistono infatti dotazioni che le rendano strumenti davvero efficaci.
Quello della violenza di genere resta un fenomeno molto complesso, di cui una grande parte resta sommersa. La sfida resta fare emergere tutto ciò che ancora non si vede.
Ne parla Marcella Pirrone, membro direttivo “WAVE Women against violence Europe”, avvocata della rete dei centri antiviolenza Dire.