Dopo l’attacco terroristico diretto contro due moschee a Christchurch in Nuova Zelanda, si è subito posto il problema della facilità di procurarsi e detenere armi. Molte delle stragi degli ultimi anni hanno alla base un elemento comune, l’odio razziale di stampo suprematista: spesso i terroristi sono lupi solitari, non affiliati a gruppi, e tutti detentori legali di armi da fuoco.
La Nuova Zelanda ha annunciato, a circa 48 ore di distanza dall’attacco, una revisione della legge sulla detenzione di armi. Questo sembra un atteggiamento positivo e necessario, dal momento che ora la licenza per armi da fuoco è molto semplice da ottenere in quanto giustificata dalla pratica di “attività sportive”.
L’attenzione a questa tematica dovrebbe però anche aumentare in Italia. Se da un lato nel nostro Paese non ci sono state al momento stragi o attacchi terroristici di questo tipo, si è alzato il numero degli omicidi con arma da fuoco in ambito familiare.
Ne parla Giorgio Beretta, ricercatore di Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa).