Il Ministero degli Interni, con il Decreto Ministeriale del 31.01.2019, ha deciso di apportare alcune modifiche alle modalità di emissione delle carte d’identità per i minori di 14 anni: si è infatti scelto di sostituire l’attuale generale “genitore” con le diciture “padre” e “madre”, e di specificare che la richiesta di documento valido per l’espatrio per il minore “è presentata dal padre e dalla madre congiuntamente”.
Quelle che sembrano sfumature lessicali nascondono in realtà delle problematiche ben più complesse, così come si potranno rivelare complesse le conseguenze per le famiglie. La necessità di una richiesta congiunta non lascia ad esempio spazio a famiglie con genitori dello stesso sesso, così come potrebbero sollevarsi delle questioni di identità per minori per la confusione nell’attribuzione della dicitura “padre” o “madre”.
L’idea di famiglia che viene presentata è molto più restrittiva di quella che si era affermata, anche a livello normativo, negli ultimi anni. Ora ci si aspetta un doppio intervento: dal basso, con la mobilitazione dei diretti interessati, e da parte delle istituzioni, a partire dal Garante della privacy che già aveva espresso un giudizio contrario al Decreto.
Ne parla Mario Di Carlo, avvocato della Rete Lenford, l’Avvocatura per i Diritti LGBTI, che coordina il team di legali che si occupa della vicenda della carta di identità.