L’attribuzione del premio Nobel per la letteratura 2019 a Peter Handke ha destato qualche perplessità e molte polemiche, in particolare in alcuni Paesi dell’ex-Jugoslavia. Handke, infatti, è noto per le sue dichiarazioni su Slobodan Milošević, accusato di crimini contro l’umanità per operazioni di pulizia etnica in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo.
La questione è però forse più ampia. La scelta di premiare Handke può essere figlia di un tempo in cui riemerge un certo revisionismo storico.
Ne parla Alfredo Sasso, co-conduttore di Kiosk, e ricercatore e collaboratore di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.