Dal 23 al 25 ottobre Torinostratosferica propone la quarta edizione della rassegna che quest’anno si chiama “The City At Stake” (La città è a rischio).
“Il senso dell’utopia, un giorno, verrà riconosciuto tra i sensi umani alla pari degli altri cinque. Nell’attesa di quel giorno tocca alle favole mantenerlo vivo”, diceva Gianni Rodari.
Venerdì 23 ottobre, giorno in cui si sono celebrati i 100 anni dalla nascita dell’indimenticato scrittore, è partita la quarta edizione di Utopian Hours, il festival di cultura urbana organizzato dall’Associazione Culturale Torinostratosferica.
L’idea di vivere la nostra città come un’utopia, un concetto che possa spingere tutte e tutti noi a reinventarla. Ancora di più se gli spazi urbani sono così a rischio come ai giorni nostri. Questo è uno degli spunti di riflessione proposti dal festival che quest’anno si chiama “The City At Stake”, la città a rischio.
Luca Ballarini, direttore artistico di Utopian Hours, ha sottolineato ai nostri microfoni come questo appuntamento abbia alla base “una costante tensione verso qualcosa di migliore, qualcosa che parte dai nostri desideri anche più infantili”. Concetto ancora più attuale al giorno d’oggi in cui gli spazi urbani risultano essere così a rischio.
Utopian Hours è il primo e unico festival di city making in Italia. Fino a domenica 25 ottobre alla Nuvola Lavazza di Torino sono previste mostre e incontri anche in streaming che hanno l’obiettivo di proporre condivisioni di idee, immagini e sperimentazioni con oltre 50 ospiti provenienti da tutto il mondo.
Qual è il programma di Utopian Hours?
Luca Ballarini ne ha parlato ai microfoni di Café Bleu.