Intervista a Lisa Clark
La scorsa settimana è entrato in vigore il trattato Onu che vieta le armi nucleari. Ratificato da 50 Paesi, entrerà in vigore tra 90 giorni. L’accordo mira alla soppressione delle armi nucleari toccando il loro intero ciclo di vita. Saranno infatti vietati lo sviluppo, i test, la produzione, l’immagazzinamento, il trasferimento, l’uso e perfino la minaccia dell’uso.
Dal 2007 diverse organizzazioni internazionali che si occupano di disarmo hanno spinto per dare il via a negoziati per giungere a questo punto. Ben presto ci si è resi conto che il tema sul tavolo non era solo la non proliferazione delle armi nucleari, ma le conseguenze sull’intera vita umana, e non solo, dell’uso di questi dispositivi. Da qui il bisogno, espresso con la ICAN (International Campain to Abolish Nuclear Weapons), di abolire le armi nucleari così come è stato fatto in passato con le altre armi di distruzione di massa.
Malgrado la ratifica dell’accordo Onu susciti un certo ottimismo, restano ancora dei segni preoccupanti. Ad esempio, la mancanza della firma degli Stati Uniti, che anzi stanno prendendo una direzione opposta a quella indicata dal trattato.
L’Italia è nel gruppo di Paesi che non hanno firmato, e mancano al momento risposte dalla politica.
Ne parla Lisa Clark, copresidente dell’international Peace Bureau, organizzazione internazionale premiata con il nobel per la pace nel 1910 e rappresentante italiana di ICAN – campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.